Niche

Settore Vitivinicolo e Innovazione

innovazione sostenibile
Nicola Cabrelle

Innovare la tradizione.

Le possibilità offerte dall’innovazione tecnologica spaziano anche in settori che fino a qualche anno fa sembravano impensabili. Uno su tutti è il comparto agricolo che nell’immaginario collettivo mantiene vivo un alone nostalgico-bucolico che richiama scene di vita del passato. Passato che ci riporta indietro di qualche generazione quando la forza motrice dell’intero comparto era interamente prodotta dal connubio uomo-animale. Con la meccanizzazione di quest’ultimo asse (introduzione dei trattori) gli agricoltori hanno moltiplicato la propria capacità produttività generando valore di cui ha beneficiato tutta la filiera. 

Produzioni agricole: qualità vs quantità

A partire dagli anni ’90 si è andata delineando la consapevolezza che la “quantità” non poteva più essere il tema trainante ma bisognava puntare soprattutto sulla qualità. La globalizzazione, infatti, stava avvicinando i vari punti di produzione sparsi sul globo e, complici le innovazioni genetiche, rese più uniformi le materie prodotte. Emerse quindi la necessità di differenziarsi dall’ambiente circostante anche a scapito delle quantità prodotte. Come ha dimostrato il comparto enologico dalla seconda metà degli anni ’80, dopo lo scandalo del vino al metanolo del 1986, la ricerca della qualità ha aumentato notevolmente il valore aggiunto della produzione, controbilanciato le perdite derivanti dalla riduzione dei volumi. 

produzioni vitivinicole sostenibili

Investimenti per un settore sostenibile

Adesso i tempi sono maturi per un’ulteriore fase evolutiva che ruota attorno al concetto di “sostenibilità”. Ben prima degli attuali problemi derivanti dall’esplosione dei costi energetici, la coscienza collettiva aveva iniziato a focalizzarsi sulla necessità di consumare beni che avessero il minor impatto possibile sull’ambiente circostante: pertanto un minor sfruttamento delle risorse idriche, un progressivo abbandono dei pesticidi ad ampio spettro, l’incentivazione di produzioni a km zero per limitare i costi di trasporto e, conseguentemente, la produzione di gas serra. A conferma di questo citiamo le parole dette da Jean-Marie Cardebat, docente dell’Università di Bordeaux e presidente dell’European Association of Wine Economists, secondo il quale “In futuro non sarà possibile vendere vini che non siano sostenibili, biologici o certificati in qualche modo, e non sarà possibile produrre se non diversamente a fronte dell’esaurimento di risorse non rinnovabili, come l’acqua, e del cambiamento climatico.”

Innovazione tecnologica 

Le moderne tecnologie, sia hardware che software, ci permettono di centellinare gli interventi adottando le metodiche più calzanti: i sensori di umidità avvertono quando c’è necessità di irrigare, i sistemi a goccia permettono di ridurre drasticamente gli sprechi d’acqua, le applicazioni meteo aiutano a pianificare gli interventi, i pannelli fotovoltaici forniscono una buona parte dell’energia necessaria riducendo le immissioni di gas serra che stravolgono il clima. Tutta una serie di ingranaggi che, se ben oliati e coordinati, produrranno valore sia per gli agricoltori/produttori che per i consumatori.

In quest’ottica la UE ha varato un “policy dossier” per la ricerca e l’innovazione con l’obbiettivo di sostenere un’evoluzione della ricerca e sviluppo (tramite finanziamenti) che consenta di aumentare la portata e l’impatto degli investimenti nella ricerca sul vino. L’obbiettivo ultimo è la modernizzazione del settore vinicolo europeo e il suo orientamento al mercato in modo da rafforzare la competitività favorendo soluzioni che consentano di strutturare meglio il settore. Migliorare costantemente le misure di promozione, di investimento e la semplificazione della burocrazia e degli oneri amministrativi, garantendo al contempo l’affidabilità rispetto alla realizzazione dei programmi.

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