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Il settore Meccanico

Nel 2020, l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione ha registrato un calo deciso di tutti i principali indicatori economici. Nonostante ciò, è riuscita a mantenere le posizioni acquisite nelle classifiche internazionali di settore ove si è confermata quarta tra i produttori e gli esportatori, e quinta nella classifica dei paesi consumatori, a conferma dell’importanza del mercato italiano nello scenario internazionale. Di tenore decisamente opposto è il 2021 che, fin dai primi mesi, ha confermato la ripresa dell’attività sia in Italia che all’estero, come emerge dai dati relativi all’indice degli ordini del primo semestre 2021 e come evidenziano le previsioni per la chiusura di anno.

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Duramente provata dalla crisi sanitaria esplosa nei primi mesi dell’anno, l’industria italiana di settore nel 2020 ha visto un pesante arretramento per tutti i principali indicatori economici. Secondo i dati di consuntivo elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu, nel 2020, la produzione di macchine utensili robot e automazione, si è attestata a 5.182 milioni di euro, registrando un calo del 20,4% rispetto al 2019. Il risultato è stato determinato sia dalla riduzione delle consegne dei costruttori sul mercato interno, scese, del 20,3%, a 2.321 milioni, sia dal calo dell’export, che si è attestato a 2.861 milioni di euro, il 20,5% in meno rispetto all’anno precedente. Nel 2020 i principali mercati di sbocco dell’offerta italiana sono risultati: Stati Uniti (374 milioni, -11,3%), Germania (289 milioni, -23,1%), Cina (224 milioni, -26,1%), Francia (158 milioni, -32,2%), Polonia (143 milioni, -17,2%), Russia (100 milioni, -16%), Spagna (95 milioni, -34,1%). Nel 2020 il consumo italiano di macchine utensili è crollato, del 26,6%, a 3.561 milioni di euro, proseguendo con il trend negativo avviato nel 2019.

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Nonstante i dati di settore del 2020 non incoraggianti dovuti alla pandemia, il settore metalmeccanico sta ritrovando fiducia e le imprese italiane stanno ricercando nelle nuove tecnologie il propulsore per ripartire. L’innovazione tecnologica abbinata ai nuovi strumenti digitali stanno progressivamente affiancando e sostituendo i tradizionali sistemi di produzione, avviando l’evoluzione verso la “Metalmeccanica 4.0”. Quali sono i punti cardini dell’industria 4.0?

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Le previsioni 2021 e gli ordini primo semestre 2021

Come emerge dalle previsioni elaborate dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu, la produzione di macchine utensili, robot e automazione dovrebbe crescere del 10,9%, a 5.7 miliardi di euro. L’export potrebbe invece attestarsi a 3.1 miliardi di euro, pari al 9,4% in più rispetto all’anno precedente. Anche il consumo crescerà sfiorando i 4 miliardi di euro, pari al 10,9% in più rispetto al 2020. La vivacità della domanda italiana farà da traino per le consegne dei costruttori, attese in crescita a 2.6 miliardi (+12,7%), e per le importazioni che dovrebbero attestarsi a 1.3 miliardi (+7,6%). 

Per comprendere il clima di fiducia che si è dispiegato in questi primi mesi dell’anno, possiamo osservare l’indice degli ordini del primo semestre 2021. Il dato rileva la raccolta degli ordinativi sul mercato interno e estero da parte dei costruttori italiani. Considerati i tempi di produzione dei macchinari, l’acquisizione di questi ordini sarà ragionevolmente “calcolata” nella produzione-fatturato del 2022. Nel primo semestre del 2021, l’indice ha registrato un incremento dell’88,2%. Tale risultato è stato determinato dai buoni riscontri raccolti dai costruttori sia sul mercato interno che estero. In particolare, gli ordini interni sono cresciuti del 238% rispetto al periodo gennaio-giugno 2020; gli ordini esteri hanno registrato un incremento del 57,5% rispetto al primo semestre 2020. Queste rilevazioni, decisamente positive, sottolineano il clima di ritrovata fiducia che le imprese italiane del settore rilevano in misura crescente con lo scorrere dei mesi. Detto ciò, gli incrementi appaiono così decisi anche perché si confrontano con il periodo gennaio-giugno 2020 che, oltre alla generale riduzione dell’attività dovuta alla pandemia, comprende un mese intero (aprile) di completo blocco della attività a causa del lockdown.

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